www.emporiocattolico.com
Accesso al pannello di amministrazione dell'eshop >> (Questo messaggio lo vedi solo tu!)

Il fardello dei settant'anni e la speranza che verrà.


Guardo il mondo oggi e sento un nodo alla gola.

Vedo le notizie, leggo i giornali, e un pensiero mi assale, inesorabile, quasi un lamento: la generazione dei nostri genitori, la loro gestione del mondo, ha fallito. Non è una critica sterile o un capriccio generazionale, ma una constatazione dolorosa che affonda le radici nella realtà che ci circonda.

Oggi, i "signori della guerra", coloro che continuano a tessere trame di conflitto e divisione, hanno tutti più di settant'anni. Sono gli stessi volti, le stesse mentalità, spesso formatesi in epoche ormai lontane, che continuano a dettare l'agenda globale, a decidere le sorti di milioni di persone con logiche che sembrano appartenere a un tempo che non c'è più.

Eppure, sono loro a detenere le leve del potere, a muovere i fili di un'umanità stanca e ferita. Hanno avuto il tempo, le opportunità, le risorse per costruire un mondo migliore, più equo, più pacifico. Invece, ci troviamo di fronte a un'eredità di guerre interminabili, di disuguaglianze abissali, di un pianeta sull'orlo del baratro.

Ci hanno promesso progresso, ci hanno cantato le lodi della democrazia, eppure ci consegnano un mondo frammentato, dove l'odio sembra prosperare più dell'amore, dove la paura è un'arma più potente di ogni diplomazia.

Ma è proprio in questo buio che scorgo una luce, flebile forse, ma vibrante di speranza: i nostri figli.

Loro, la generazione che sta crescendo tra le macerie di un mondo che non ha saputo trovare la pace, saranno i prossimi a gestire le redini.

Loro, che respirano l'aria viziata di conflitti ereditati e di promesse infrante, porteranno sulle loro giovani spalle il peso e la responsabilità di ricostruire, di sanare, di trovare nuove vie.

Non è un'attesa passiva, ma una fiducia profonda, quasi una preghiera.

Confido che la loro mente, non offuscata dai vecchi dogmi e dalle logiche di potere che hanno avvelenato le generazioni precedenti, possa finalmente trovare un po' di pace e di amore. Confido nella loro capacità di vedere oltre i confini imposti, di riconoscere la comune umanità che ci lega, di costruire ponti dove noi abbiamo eretto muri.

Confido nella loro sete di giustizia, nella loro innata propensione alla connessione, alla collaborazione, che le nostre generazioni, purtroppo, hanno spesso smarrito.

Vedremo se saranno in grado di spezzare il ciclo vizioso, di gettare le basi per un futuro dove la diplomazia prevalga sulla violenza, dove la compassione vinca sull'indifferenza, dove il benessere collettivo sia prioritario rispetto agli interessi di pochi.

Forse è un sogno, una visione romantica in un mondo cinico.

Ma cosa ci resta se non la speranza? La speranza che i nostri figli, i prossimi custodi di questo fragile mondo, possano finalmente scrivere una storia diversa, una storia di pace, di amore e di vera fratellanza.


Marco Bonato


Tre ragioni per leggere Fatti per amare di Rachele Sagramoso

Le recensioni dei nostri clienti

Vedi tutti i feedback